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Confartigianato guida le imprese responsabili: “Avanti tutta verso la sostenibilità!”
Avanti tutta sulla rotta della sostenibilità! Confartigianato conferma la scelta imprescindibile di accompagnare gli artigiani e le piccole imprese nelle transizioni, rendendoli ‘motori’ di trasformazioni capaci di tenere in equilibrio opportunità economiche, responsabilità ambientali e impatto sociale. Un impegno al centro della seconda edizione del Forum sulla sostenibilità di Confartigianato svoltosi il 10 e 11 aprile(Leggi tutto)
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Tassi Bce, Def e i rischi per l'Italia. L’analisi di Confartigianato su IlSussidiario.net

Nei giorni scorsi si sono meglio delineate le prospettive delle politiche economiche per l’Italia, in un contesto che rimane caratterizzato da rischi e incertezze. Martedì scorso il Governo ha varato il Documento di economia e finanza per il 2024, tracciando le tendenze dei conti pubblici a legislazione vigente, mentre giovedì il Consiglio direttivo della BCE ha mantenuto invariati i tassi di riferimento, nonostante a marzo l’inflazione dell’Eurozona sia scesa al 2,4% rispetto al 2,6% di febbraio.

L’analisi dell’Ufficio Studi degli scenari nelle politiche economiche è proposta nell’articolo I NUMERI/ Tassi Bce, Def e i rischi di una frenata della locomotiva Italia a firma di Enrico Quintavalle, pubblicato su IlSussidiario.net.

Il DEF 2024 abbassa le previsioni di crescita per il 2024-2025 e conferma una riduzione del rapporto deficit/PIL, che nel 2027 scende al 2,2%. Il peso del debito, invece, torna a salire, passando dal 137,3% del PIL del 2023 al 139,6% del 2026, modificando il sentiero di stabilizzazione tracciato lo scorso settembre nella Nota di aggiornamento al DEF 2023.

Il quadro programmatico – quello previsto con le manovre di bilancio – è rinviato al prossimo Piano fiscale-strutturale di medio termine previsto dalle nuove regole europee. Il Piano, che avrà una cadenza allineata alla durata della legislatura (5 anni per l’Italia), sarà presentato il prossimo 20 settembre e, nel periodo di programmazione, ogni 30 aprile, sarà integrato da un Rapporto di monitoraggio annuale.

Dietro alle traiettorie degli indici di finanza pubblica si celano le complessità della politica fiscale italiana. Il deficit è ampiamente superiore al 3% del PIL, e con il ritorno in vigore del Patto di stabilità e crescita – come preannunciato dal ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti – è scontata l’apertura di una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia, della Francia e di altri dieci paesi. Nelle raccomandazioni di maggio del 2023 la Commissione riteneva opportuno per l’Italia un miglioramento del saldo strutturale di almeno lo 0,7 % del PIL per il 2024. Nell’ipotesi di un aggiustamento di questo ordine di grandezza e la conferma degli interventi sul cuneo fiscale e sull’Irpef la prossima manovra di bilancio per il 2025 richiederebbe risorse per 1,4 punti di PIL da reperire con maggiori entrate e minori spese. In relazione al ciclo elettorale europeo (elezioni a giugno e nuova Commissione europea in autunno) si potrebbero contenere le richieste di aggiustamento per Italia e Francia.

I futuri aggiustamenti di bilancio dovranno adattarsi alle nuove regole previste dalla riforma del Patto di stabilità e crescita che, per i paesi ad alto debito come l’Italia, prevedono una riduzione del rapporto debito/PIL dell’1% all’anno e un prudenziale limite del rapporto deficit/PIL dell’1,5%. Il sostegno all’economia dato dal PNRR è depotenziato dai ritardi nell’attuazione del Piano e da una carente capacità amministrativa.

Un severo aggiustamento fiscale potrebbe ridurre le risorse necessarie per accompagnare le famiglie nell’attuazione della direttiva sulle case green, da cui è attesa una diminuzione dell’energia utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Si stima che siano 9,5 milioni (37,1%) le abitazioni occupate collocate nella classe energetica meno efficiente (G). Ulteriori incertezze e complessità burocratiche deriverebbero dalla sostituzione dei crediti di imposta con i contributi.

La stretta monetaria sta riducendo il tasso di investimento delle imprese, che nel 2023 scende al 18,7% del valore aggiunto, in calo di 1,2 punti dal 19,9% del 2022. In prospettiva di una restrizione fiscale, diventa particolarmente prezioso il pacchetto di sostegno agli investimenti per la transizione 5.0, contenuto nel decreto PNRR dello scorso 2 marzo, che prevede crediti di imposta per investimenti effettuati per 6,2 miliardi di euro nel biennio 2024 e 2025, che si aggiungono ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio.

Se la governance fiscale diventa restrittiva, è più che mai necessario un rapido cambio di direzione della politica monetaria. A marzo l’inflazione nell’Eurozona scende al 2,4% (era 2,6% a febbraio) e la componente di fondo si colloca al 3,1% (era 3,3% a febbraio). Il segnale di riduzione dell’inflazione non si è ancora tradotto in un taglio dei tassi. Nella seduta dello scorso 11 aprile il Consiglio direttivo della BCE ha mantenuto invariati i tassi di riferimento. Nel comunicato stampa si indica che “se la valutazione aggiornata del Consiglio direttivo in merito alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell’inflazione di fondo e all’intensità della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la sua certezza che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo, sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria.” Un riduzione dei tassi è più probabile a giugno, ma i tempi rimangono incerti: “il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione, senza vincolarsi a un particolare percorso di riduzione”. Il perdurare della stretta monetaria aggrava le condizioni finanziarie delle imprese italiane, maggiormente colpite dal caro tassi. A febbraio 2024 il costo del credito bancario per le imprese italiane è pari al 5,44%, di 32 punti base in più rispetto al 5,12% dell’Eurozona e superiore di 381 punti base rispetto a quelli di giugno 2022, mese precedente al primo rialzo, un aumento più marcato dei 329 punti base in più registrati in Eurozona.

Una eccessiva debolezza delle politiche economiche e un ritardo nella ripresa del commercio internazionale causato dalle turbolenze geopolitiche in atto, azionerebbero il freno a mano all’economia italiana, locomotiva europea nella ripresa post pandemia. Tra il 2019 e il 2023 l’Italia ha cumulato una crescita del PIL del 3,5%, facendo meglio di Spagna (+2,5%), Francia (+1,5%) e Germania (+0,7%). Nei precedenti vent’anni l’Italia è sempre stata all’ultimo posto tra le maggiori economie europee per tasso di crescita.

In parallelo, le imprese stanno sostenendo il ciclo espansivo del mercato del lavoro. A febbraio 2024 l’occupazione continua a crescere, segnando un aumento dell’1,5% su base annua, anche se dalle previsioni di Unioncamere-Anpal per il trimestre aprile-giugno 2024 arriva un segnale di raffreddamento della domanda (-3,0% su base annua).

Le statistiche annuali confermano una straordinaria crescita dell’occupazione nell’ultimo biennio. Nonostante le incertezze del conflitto in Ucraina, una grave crisi energetica e il calo del commercio internazionale, tra il 2021 e il 2023 gli occupati in Italia sono saliti di 1 milione 26mila unità (+4,5%), con 838mila dipendenti permanenti in più (+5,7%) – di cui 801 mila a tempo pieno – a fronte di un aumento di 74mila dipendenti temporanei (+2,5%) e di 114mila indipendenti (+2,3%).

In una classifica ibrida tra le regioni italiane e i restanti 26 paesi dell’Ue, le performance occupazionali nell’ultimo biennio della Sicilia con +7,6%, della Puglia con +7,1% e del Veneto con +7,0%, sono migliori di quella della Spagna (+6,2%). L’intero Mezzogiorno con +5,7% fa meglio della Provincia Autonoma di Bolzano (+5,1%) e della Germania (+4,2%). La Calabria con +3,5% fa meglio della Provincia Autonoma di Trento (+3,4%) e della Francia (+3,1%). L’occupazione nel biennio in esame sale a doppia cifra a Catania (+15,1%), Padova (+13,7%), Prato (+12,3%), Benevento (+12%), Agrigento (+11,4%), Ascoli Piceno (+11,0%) e Catanzaro (+10,5%).

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MADE IN ITALY
Confartigianato alla Giornata nazionale del made in Italy celebra il valore artigiano

Si celebra oggi la prima Giornata nazionale del made in Italy promossa dal Ministero delle Imprese e del made in Italy. La data del 15 aprile è quella della nascita di Leonardo Da Vinci, simbolo del genio e del talento italiano. Saranno centinaia gli eventi che in tutta Italia, nel corso della settimana, contribuiranno a mostrare il valore del made in Italy in tutti i settori.

Confartigianato partecipa con iniziative a livello territoriale e, il 18 aprile, sarà protagonista dell’evento ‘Artigianato e Made in Italy: percorso di attuazione della Legge 206/23 e del Regolamento (UE) 2023/2411 per il riconoscimento delle indicazioni geografiche dei prodotti tipici”. Al convegno, che si svolgerà a Roma, nel Salone degli Arazzi del Ministero delle Imprese e del made in Italy e sarà aperto dal saluto del Ministro Adolfo Urso, prenderà parte il Presidente di Confartigianato Marco Granelli.

Tra gli eventi promossi da Confartigianato, anche la mostra ‘Artigianato, cuore del made in Italy’, che si terrà a maggio e sarà allestita a Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle imprese e del made in Italy, organizzata in collaborazione con le altre Confederazioni artigiane e con Fondazione Symbola.

“Questa Giornata – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – ha un grande significato poiché mette sotto i riflettori lo spirito imprenditoriale degli italiani, la ricchezza economica e sociale realizzata dalle nostre aziende. Confartigianato è tra i protagonisti di questa importante occasione che ci consente di celebrare il valore dell’artigianato e delle piccole imprese che hanno contribuito a far diventare grande il nostro Paese. I nostri imprenditori creano l’eccellenza del made in Italy che contiene passione, sacrifici, talento, sfide vinte ogni giorno con il lavoro e l’intelligenza artigiana. Abbiamo radici profonde nel territorio e nella storia d’Italia e contemporaneamente siamo capaci di spiccare il volo verso orizzonti lontani per portare nel mondo la bellezza e la qualità dei nostri prodotti. Siamo coloro che, ogni giorno, anche con grandi difficoltà, ‘inventano’ il proprio lavoro, costruiscono benessere per se stessi, per la propria famiglia, per la propria comunità. Sappiamo valorizzare e innovare la tradizione secolare dei territori in cui le nostre aziende affondano le radici. E’ questa l’enorme ricchezza dell’artigianato, è il patrimonio del made in Italy di cui dobbiamo essere fieri custodi e testimoni. E che dobbiamo saper trasmettere alle nuove generazioni”.


Leggi il programma dell’evento del 18 aprile ‘Artigianato e made in Italy’

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TRANSIZIONE 4.0
Granelli al Ministro Urso: “Sbloccare impasse per compensazione crediti imposta Transizione 4.0"
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Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli ha chiesto l’intervento del Ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso per sbloccare l’impasse che rischia di crearsi a causa dei nuovi adempimenti per le imprese che utilizzano il credito d’imposta Transizione 4.0, misura fondamentale per sostenere gli investimenti nelle transizioni green e digitale.

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EVENTI
Montagna Futura: Belluno - Progettazione e azione turistica di fronte ai cambiamenti climatici

Parte oggi dal Veneto, e non a caso da Belluno, il percorso di approfondimento ‘Montagna futura’ di Confartigianato che si snoderà in quattro tappe attraverso le vocazioni territoriali di altrettante regioni italiane e culminerà in un evento finale a Roma. In questo ‘viaggio’ Confartigianato analizzerà le trasformazioni che nei prossimi anni interesseranno questi contesti fragili. I cambiamenti climatici, demografici, sociali e tecnologici stanno infatti sviluppando dinamiche tali da modificare fortemente l’assetto abitativo e produttivo della montagna italiana e le prospettive dell’artigianato e delle piccole imprese.

“Il Percorso “MONTAGNA FUTURA” nasce dalla consapevolezza delle nuove opportunità offerte all’ecosistema montagna, complice anche il disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (in fase di avvio l’iter parlamentare). I territori montani da “aree svantaggiate” potrebbero ora diventare contesti di opportunità, ed i fenomeni climatici e tecnologici potranno dare forma a nuove dinamiche territoriali ed economiche”. Lo ha affermato Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto nell’aprire i lavori del seminario “Le terre alte davanti a nuovi scenari climatici: il tempo della progettazione e dell’azione per il turismo” organizzato oggi a Belluno da Confartigianato Imprese, Confartigianato Imprese Veneto e Confartigianato Imprese Belluno, moderato da Roberta Corbò, Responsabile patrimoni territoriali, comunità locali e turismo di Confartigianato Imprese. Seminario che ha visto, oltre ai saluti di Claudia Scarzanella – Presidente Confartigianato Imprese Belluno; Oscar De Pellegrin – Sindaco di Belluno; Roberto Padrin – Presidente Provincia Belluno e Gianpaolo Bottacin – Assessore all’Ambiente, Clima, Protezione civile, Dissesto idrogeologico, i contributi di Valentina Coleselli – Direttrice Fondazione DMO Dolomiti Bellunesi; Michele Basso – Direttore Confartigianato Imprese Belluno e Consigliere Fondazione DMO Dolomiti Bellunesi e Valentina Boschetto Doorly – Docente, Manager, Futurologa, Strategic Foresight Senior Expert.

“Vanno però superati –ha proseguito Boschetto-, alcuni problemi di fondo che vanno risolti con politiche mirate. L’inverno demografico che coinvolge le aree montane in misura maggiore rispetto al resto della regione sia la popolazione che le imprese, potrebbero subire una forte accelerazione se non verranno individuati tempestivamente strumenti opportuni. Il problema demografico si accompagna ad uno spopolamento legato al venir meno della competitività dei territori e alla minore attrattività verso i giovani. Un ulteriore trend significativo è l’invecchiamento della popolazione che impatta sul mercato del lavoro e sulle dinamiche imprenditoriali. A tale riguardo, ad onor di cronaca, va evidenziato che da alcuni anni è in atto una progressiva riduzione del numero delle imprese che si accompagna però ad una diversa strutturazione delle stesse: le dimensioni medie delle imprese montane sono cresciute confermando quindi le eccellenze ed il saper fare tipici di questi territori. Un altro dato da attenzionare è il numero di istituti di cura che non garantisce servizi socio sanitari adeguati ai bisogni della popolazione, così come i servizi dati dagli sportelli bancari. Il territorio montano sconta inoltre una fragilità della diffusione di internet: solo il 29% delle famiglie ha una adeguata connessione. Crediamo, e mi rivolgo in primis ai decisori pubblici –ha concluso-, necessaria una condivisione tra tutti gli stakeholder di politiche che siano in grado di garantire servizi anche educativi oltre che assistenziali affinché le esigenze dei giovani e delle famiglie vengano soddisfatte e non risentano di logiche di costo”.

“I cambiamenti climatici sono una realtà. L’agenza della Regione Veneto ARPAV ha, ad esempio, registrato un aumento di 1.5 gradi della temperatura media negli ultimi trent’anni e ben di 0,57 gradi negli ultimi 10 e gli effetti estremi oramai si susseguono –ha esordito Gianpaolo Bottacin, Assessore all’Ambiente e Dissesto idrogeologico-. La Regione e il mio Assessorato sono impegnati in forti azioni di adattamento e mitigazione. Adattamento per il quale sono stati già messi a terra interventi per 1,8 miliardi di euro in 9 anni e, solo nel bellunese, 1.800 cantieri in 4 anni per 700 milioni di euro. Cantieri che, grazie ad una deroga nelle procedure della Protezione Civile sono stati appaltati ad imprese del territorio. Nell’ambito della mitigazione abbiamo già approvato il Piano Trasporti ed a breve andrà in Giunta il nuovo Piano Energetico che prevederà di sfruttare la grande opportunità del fotovoltaico (dove ci sono grandi margini di crescita) ma anche l’idroelettrico. Fonte rinnovabile quest’ultima non più estensibile ma che, grazie all’opportunità data da una norma nazionale, vede la nostra Regione allo stesso grado di autonomia di Trento e Bolzano. Questo significa che a scadenza delle concessioni ci saranno ricadute per milioni di euro per il territorio. Vero federalismo applicato”

“Siamo particolarmente orgogliosi che, grazie ad un lavoro di squadra ammirevole la riflessione di Confartigianato sulla Montagna parte da Belluno. –ha affermato Claudia Scarzanella Presidente Confartigianato Imprese Belluno– Gli artigiani sono attori fondamentali per il processo di cambiamento e adattamento che ci stanno chiedendo la natura e la società. Alta qualità, sostenibilità, basso impatto ambientale, riuso, durabilità del prodotto e flessibilità sono aspetti tangibili ma anche valoriali. Ciò deve diventare elemento fondamentale per valorizzare l’artigianato e i suoi prodotti ma anche i territori che li producono, diventando così determinanti per l’accoglienza e l’attrattività. Per noi è particolarmente importante se pensiamo ai numeri sullo spopolamento (-5,1% nel decennio 2011-2021 – stima su dati Demoistat) e all’invecchiamento che vedono le nostre comunità impoverite dove spesso si fatica a garantire i servizi essenziali. Ci affacciamo anche al grande evento delle Olimpiadi che deve essere occasione per consolidare le risposte ai bisogni del nostro territorio. Questa è una sfida possibile solo grazie al confronto tra le governance locali e ad una collaborazione coordinata tra pubblico e privato. E quello di oggi può essere esercizio virtuoso dove la Confartigianato con le sue imprese ha un ruolo essenziale nel dialogo costruttivo per la montagna del futuro”.

“Le esigenze di un territorio così vasto e a “geografia complessa” – ha detto Valentina Boschetto Doorly- devono essere misurate e valutate con nuovi strumenti come è lo Strategy foresight. I mega trend di cambiamento climatico, demografico, sociale e tecnologico stanno sviluppando impatti tali da modificare fortemente gli equilibri ambientali, sociali e produttivi della montagna italiana. Con questa metodologia che li studia e analizza, è possibile creare e sviluppare dei percorsi per l’adattamento e riprogettazione dei territori e nel nostro caso, della montagna”.

 


Alcuni dati di contesto

Il primo dato di rilievo è che la popolazione dei comuni montani veneti, tra il 1961 ed il 2022, è scesa di circa 35mila persone pari al -8% (da 445mila a 409mila) ma, nel frattempo, nel resto del Veneto è crescita dal +31% arrivando a 4 milioni 445mila. Una contrazione che si è interrotta tra il 1991 ed il 2011 per poi riprendere con vigore nell’ultimo decennio. Un territorio che non attrae più nemmeno gli stranieri. L’incidenza sulla popolazione è scesa tra il 2011 e il 2021 dal 7,4% al 6,9% e risulta oggi 4 punti percentuali sotto il 10,7% dei comuni non montani.

Per quanto riguarda l’economia, sono quasi 130mila gli occupati nel privato nelle aree montane con un mercato del lavoro che si muove più o meno in linea con il resto della regione (+3,3% negli ultimi 10 anni). Quello che cambia è rapporto tra addetti (del privato) e la popolazione che vede i comuni montani (49,6%) molto al di sotto del 57,7% delle altre aree. Ad una occupazione in crescita fa da contraltare il dato preoccupante della riduzione delle unità locali che è in atto, incessantemente, dal 2012 ad oggi (-7,9%). Un calo più che doppio rispetto a quanto avvenuto nei comuni non montani. Soffrono quindi, in montagna, particolarmente le piccole imprese, quelle con meno di 9 addetti. Tengono invece quelle più strutturate. Anche il reddito medio imponibile per contribuente, pur avendo un andamento crescente simile a quello regionale, dal 2012 al 2019 nei comuni montani si è mantenuto al di sotto circa del -8%.

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CAAF
Libera il tuo tempo, affidati alla qualità e all’assistenza del CAAF Confartigianato!

Gli sportelli territoriali del CAAF Confartigianato attivi sul territorio nazionale sono pronti ad accompagnare cittadini, dipendenti e pensionati in tutte le pratiche fiscali 2024: dall’elaborazione del 730 alla verifica della DSU per l’ottenimento dell’Attestazione ISEE, dalle pratiche di successione ai RED e alla cessione dei crediti per i bonus edilizia, passando per tante altre pratiche di un fisco spesso troppo complicato per i contribuenti italiani. 

Qualità dei servizi e degli strumenti offerti, professionalità ed assistenza qualificata sono le caratteristiche che da sempre contraddistinguono l’offerta degli sportelli territoriali del CAAF Confartigianato, una rete capillare di operatori e professionisti presenti in tutta Italia, che nel 2023 ha elaborato quasi 500mila pratiche soltanto tra modelli 730, ISEE e successioni. 

A breve arriveranno le prime scadenze 2024 per i cittadini italiani e gli sportelli del CAAF Confartigianato sono già al lavoro per offrire la migliore e più efficace assistenza possibile. A cominciare dalla piattaforma Personal CAAF, una soluzione per i clienti, semplice, immediata e costantemente aggiornata per inviare la documentazione in digitale e comodamente da casa propria. 

In più, anche quest’anno, il CAAF Confartigianato si è dotato di una tecnologia efficiente al servizio di professionisti ed operatori qualificati per supportare i cittadini nel rapporto con la Pubblica amministrazione, a cominciare dalla cooperazione diretta con l’INPS e l’amministrazione finanziaria. 

“I numeri in continua crescita registrati negli ultimi anni sono la migliore conferma al lavoro svolto e alla fiducia che gli italiani ripongono nei nostri centri di assistenza fiscaleha spiegato Luigi Derniolo, Presidente del CAAF ConfartigianatoSiamo un presidio certo per i cittadini, garantendo loro i necessari servizi. Le stesse Pubbliche amministrazioni scelgono di affidare ai CAAF numerose attività rivolte alla cittadinanza, in qualità di intermediari qualificati. Risultati e riconoscimenti ottenuti grazie al lavoro quotidiano dei professionisti dei nostri sportelli in tutta Italia al fianco di pensionati e cittadini”. 

“Lavoriamo continuamente per migliorare gli strumenti a disposizione dei nostri clienti e degli sportelli territoriali ha aggiunto Roberto Chiumiento, Direttore di CAAF Confartigianato Persone Tutte le nostre sedi operano e dialogano con la sede nazionale tramite un unico applicativo, che ci permette di abbattere i tempi di lavorazione e di archiviazione dei documenti. Inoltre, con la ripartizione delle competenze e la suddivisione delle attività tra gli sportelli territoriali, che si rapportano con il cliente raccogliendo la documentazione ed apponendo il visto di conformità, e la sede nazionale, che quotidianamente trasmette in via telematica le dichiarazioni, abbiamo sicuramente migliorato ulteriormente l’organizzazione complessiva del lavoro. Sono procedure consolidate che abbiamo introdotto, testato e implementato ogni anno per migliorare l’offerta dei nostri servizi”.  

Libera il tuo tempo, affidati a CAAF Confartigianato! 

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Giornata della cultura artigiana: "Pronti all'innovazione con l'IA al servizio del nostro talento'
La strada è tracciata e non si torna indietro: l’intelligenza artificiale, l’innovazione tecnologica sono i nuovi ‘utensili’ per potenziare il talento e la creatività espressi dall’artigianato e dalle piccole imprese. La conferma è arrivata alla Giornata della cultura artigiana, organizzata da Confartigianato il 19 marzo a Pesaro, Capitale italiana della cultura 2024, nella prestigiosa cornice del Teatro Rossini… (Leggi tutto)